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La generazione Z non è minacciata dall’intelligenza artificiale generativa sul lavoro, ma si sente impreparata ad adottarla


Se la Gen Z è considerata implicitamente esperta di tecnologia, perché non è entusiasta di adottare l’intelligenza artificiale generativa sul lavoro? La risposta non è così semplice.

L’intelligenza artificiale (AI) fa parte del mondo del lavoro da decenni, dal deep learning degli assistenti vocali alle nuove funzionalità dei software aziendali. Ma l’intelligenza artificiale generativa si sta ampiamente integrando nel mondo del lavoro, suscitando timori su cosa potrebbe significare per il mercato del lavoro. Un gruppo, tuttavia, non è turbato.

La generazione Z comprende i professionisti più giovani nel mondo del lavoro e in gran parte non è minacciata dall’intelligenza artificiale generativa. La maggior parte della generazione Z (59%) afferma di non essere preoccupata che l’IA generativa possa sostituire il proprio lavoro, ma solo il 48% si sente preparato affinché il proprio datore di lavoro adotti l’IA generativa nel lavoro quotidiano.

In concomitanza con il boom dell’intelligenza artificiale generativa, stiamo assistendo anche a un cambiamento nella forza lavoro. Il mercato del lavoro post-pandemia ha accolto molti giovani professionisti della Generazione Z che hanno iniziato la loro carriera mentre i Boomer andavano in pensione.

Adobe ha appena pubblicato il suo Future Workforce Study, che ha raccolto le risposte di 1.011 Gen Z negli Stati Uniti che hanno lavorato per un’azienda di medie e grandi dimensioni per un massimo di tre anni. La Gen Z comprende i nati tra il 1997 e il 2012.

Lo studio ha esplorato i pensieri della Gen Z sull’integrazione dell’intelligenza artificiale generativa sul lavoro e il modo in cui la Gen Z vede il posto di lavoro – e non è del tutto ottimistico. La generazione Z comprende l’inevitabile presenza dell’intelligenza artificiale generativa sul posto di lavoro, ma solo il 23% degli intervistati ha espresso entusiasmo per la sua implementazione sul posto di lavoro.

La metà degli intervistati ha utilizzato l’intelligenza artificiale generativa per aiutarsi nel proprio lavoro e sappiamo che il 70% della generazione Z utilizza strumenti di intelligenza artificiale generativa. Tuttavia, solo il 35% dei partecipanti al sondaggio ha affermato che i propri datori di lavoro hanno stabilito linee guida sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa sul posto di lavoro.

Molte grandi aziende come Samsung e Google hanno implementato linee guida e restrizioni sull’utilizzo dei popolari chatbot basati sull’intelligenza artificiale, come ChatGPT, e altri strumenti di intelligenza artificiale generativa per paura che vengano divulgati dati riservati.

Tuttavia, l’attuazione delle norme per l’uso responsabile dell’IA va oltre la limitazione degli strumenti di intelligenza artificiale e si sposta nell’ambito dell’etica e della responsabilità sociale. Secondo lo studio, la Gen Z sostiene questo approccio sul posto di lavoro.

Sono necessarie più linee guida per utilizzare l’IA in modo responsabile da parte delle aziende che sviluppano la tecnologia ma anche di quelle che la adottano. Oltre a ciò, formare adeguatamente i dipendenti affinché utilizzino gli strumenti di intelligenza artificiale generativa disponibili in modo responsabile e con successo potrebbe essere la risposta per far sentire la forza lavoro più preparata ad accoglierli.

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